Nel linguaggio tecnico dei serramentisti, il nodo centrale non è un semplice punto d’incontro tra due ante, è il luogo in cui convergono funzionalità, estetica e tradizione costruttiva. La scelta del nodo centrale influenza non solo l’aspetto finale della finestra, ma anche la sua progettazione, la produzione e in alcuni casi persino la filosofia costruttiva del sistema.
Tra le configurazioni più diffuse troviamo due soluzioni che, pur apparentemente simili, rispondono a logiche molto diverse: il nodo centrale simmetrico (detto “zeta riporto zeta”) e il nodo centrale asimmetrico (conosciuto come “zeta ti” o “all’italiana”).
In questo articolo analizziamo differenze, origini e contesti d’uso per comprendere quale scelta si adatti meglio alle moderne esigenze progettuali.
Nodo centrale simmetrico
Il nodo centrale simmetrico è oggi uno dei più utilizzati nei sistemi contemporanei. È definito simmetrico perché i profili centrali delle due ante sono identici, speculari e adottano entrambi un profilo a Z. Da qui l’espressione “zeta riporto zeta”.
Il successo di questa soluzione nasce dall’evoluzione stessa del settore verso processi più standardizzati e industrializzati. I suoi vantaggi includono:
– semplificazione progettuale perché si ha un unico tipo di profilo per entrambe le ante, rendendo più lineare la fase di design;
– estetica uniforme tra l’interno e l’esterno per un aspetto armonico e bilanciato;
– ottimizzazione della produzione con meno varianti a magazzino, che permettono una maggiore efficienza nei processi produttivi.
È la soluzione ideale per chi cerca pulizia visiva, coerenza stilistica e prestazioni affidabili all’interno di sistemi evoluti.
Nodo centrale asimmetrico
Il nodo centrale asimmetrico, invece, riflette un approccio più tradizionale e artigianale. In questo caso le due ante non utilizzano lo stesso profilo, una presenta un profilo a Z mentre l’altra un profilo a T. Questo schema costruttivo, da cui deriva il nome “zeta ti”, è conosciuto anche come modello “all’italiana” proprio perché storicamente diffuso nelle lavorazioni italiane, soprattutto nei serramenti in alluminio e nei sistemi legno/alluminio. Il nodo asimmetrico rispondeva alle esigenze costruttive dei decenni passati, quando il serramento era un prodotto più sartoriale che industriale. Le sue caratteristiche principali sono:
– adattabilità artigianale che consente di gestire giochi, tolleranze e personalizzazioni durante la posa o la costruzione;
– coerenza estetica con serramenti preesistenti in ristrutturazioni o recuperi edilizi;
– flessibilità nelle lavorazioni anche in sistemi meno standardizzati.
Anche oggi rimane una scelta valida in contesti legati alla tradizione o in progetti che richiedono continuità estetica con serramenti preesistenti.
Simmetrico o asimmetrico: quale scegliere?
La risposta dipende dal contesto, dall’obiettivo progettuale e dal sistema serramentistico.
Il nodo simmetrico è la scelta privilegiata nei sistemi moderni orientati a efficienza e standardizzazione, poiché garantisce linearità estetica, riduce la complessità produttiva ed è pienamente coerente con le linee pulite dell’architettura contemporanea. Il nodo asimmetrico rappresenta invece un retaggio tecnico e stilistico utile quando si cerca continuità con tradizioni costruttive locali o con serramenti esistenti che adottano questo schema.
Nel mondo degli infissi, anche ciò che sembra solo un profilo diventa in realtà un punto strategico del progetto. Capire le differenze tra queste due configurazioni permette a progettisti, installatori e clienti finali di scegliere la soluzione più adatta, consapevoli dell’impatto estetico e tecnico che il nodo centrale avrà sul risultato finale.
Le soluzioni Korus per un nodo centrale che fa la differenza
In Korus, ogni dettaglio progettuale nasce da una visione cioè conciliare estetica, funzionalità e durabilità in sistemi performanti e contemporanei. La scelta del nodo centrale non fa eccezione. Per questo proponiamo configurazioni diverse a seconda della linea di infissi, offrendo al progettista soluzioni capaci di integrarsi con armonia in qualsiasi contesto architettonico, sia in edifici di nuova costruzione sia in interventi di riqualificazione.










